L’effetto da esposizione professionale a fitosanitari e pesticidi

Chi lavora in ambito agricolo può essere esposto ad agenti fisici, biologici e chimici. Tra questi ultimi un ruolo importante viene rivestito dai prodotti fitosanitari, ovvero un gruppo eterogeneo di sostanze che svolgono numerose funzioni (insetticidi/acaricidi, fungicidi ed erbicidi).

L’esposizione ai prodotti fitosanitari è stata associata non solo a effetti di tipo acuto, ma anche a quelli di tipo cronico, e a particolari effetti cancerogeni, riproduttivi e anche neurologici.

È soprattutto attraverso gli studi epidemiologici di tipo caso-controllo che sono stati messi in evidenza incrementi di patologie tumorali in gruppi di lavoratori esposti professionalmente ad alcune specifiche classi chimiche di pesticidi. In particolare sono stati evidenziati incrementi di rischio per sarcomi dei tessuti molli (Stm) e per linfoma non-Hodgkin ed esposizione a erbicidi clorofenossiacetici; l’esposizione a insetticidi organo-clorurati è stata associata a incrementi di rischio per Stm, Lnh, leucemie e, anche se l’associazione è meno consistente, con il tumore del polmone e della mammella; i composti organofosforici sono stati messi in relazione con l’insorgenza di Lnh e leucemie, tra gli erbicidi la classe delle triazine è stata messa in relazione con il tumore dell’ovaio; aumenti di rischio per il tumore della prostata sono stati associati all’uso di pesticidi appartenenti alle classi degli organofosfati e organoclorurati. Non tutti gli studi però sono concordi nel dimostrare queste associazioni.

Per quanto riguarda gli effetti tossico-riproduttivi è riconosciuto che alcuni pesticidi possono causare difetti alla nascita in animali di laboratorio, ma l’evidenza sull’uomo non è ancora stata chiarita anche se l’esposizione a pesticidi della madre, di tipo ambientale o lavorativo, è stata messa in relazione con la nascita di bambini con difetti agli arti, o difetti orofacciali. L’esposizione a pesticidi è stata altresì associata a un possibile rischio per la fertilità, soprattutto quella maschile.

 Tale osservazione deriva soprattutto da studi condotti su animali.

Per quanto riguarda gli effetti neurologici alcune classi di pesticidi possono produrre neuropatie. Inoltre, anche se a tutt’oggi non è stato chiarito se esiste una relazione causale tra esposizione a pesticidi e patologie neurologiche di tipo cronico, è stato comunque suggerito che le esposizioni occupazionali a pesticidi possano aumentare il rischio di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), malattia di Alzheimer e di Parkinson.  

Uno studio francese ha certificato che l'utilizzo agricolo dei pesticidi moltiplica il rischio di contrarre il Parkinson per 5,6 volte e quello di sviluppare l'Alzheimer di 2,4 volte, rispetto alla popolazione non direttamente esposta a pesticidi.

Tant’è che, per prima in Europa, la Francia ha riconosciuto il Morbo di Parkinson come malattia professionale per gli agricoltori entrati a stretto contatto con i pesticidi.

 

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